Le nostre imprese sono state messe in difficoltà da quella che doveva essere una positiva legge sull’antiriciclaggio. In Italia non si conoscono mezze misure. O tutto o niente, verrebbe da dire, di fronte al nuovo decreto legislativo varato dal governo il 24 maggio scorso, che impone precise regole all’attività dei cosiddetti “compro oro”. L’obiettivo della norma, condiviso da Confartigianato, è il controllo del settore per combattere pratiche illegali e rischi di riciclaggio. Ma la legge ha ecceduto, includendo anche gli orafi artigiani tra i soggetti che devono rispettare i rigorosi obblighi imposti a chi svolge soltanto attività di compravendita di metalli e oggetti preziosi.

Durante il dibattito parlamentare che ha preceduto l’emanazione del decreto, Confartigianato ha chiesto a Camera e Senato che la normativa non caricasse di nuova burocrazia gli orafi artigiani che svolgono attività di compravendita di oro usato soltanto in forma marginale e occasionale: una posizione accolta e condivisa dalle Commissioni di entrambe le Camere. Ma alla fine ha prevalso la linea dura e il nuovo decreto assesta un brutto colpo al settore dell’oreficeria artigiana.

In estrema sintesi il Decreto delinea una disciplina ad hoc che consente di monitorare il settore e di censirne stabilmente il numero e la tipologia con la finalità di contrastare sempre più efficacemente le attività criminali e i rischi di riciclaggio riconducibili alle attività di compravendita di oro e oggetti preziosi non praticate da operatori professionali.
Un’altra novità introdotta dal decreto riguarda l’arricchimento del set di informazioni che il compro oro è tenuto ad acquisire e conservare: l’obbligo di annotare l’eventuale cessione dell’oggetto a fonderie e la conservazione di due fotografie dell’oggetto prezioso che viene acquisito.

Queste le principali novità previste:
– istituzione di un registro degli operatori compro oro professionali per i quali il possesso della licenza di pubblica sicurezza costituisce requisito indispensabile;
– abbassamento da 1.000 euro a 500 euro della soglia per l’uso del contante;
– obbligo per gli operatori professionali in oro, diversi dalle banche, di iscrizione nel suddetto registro per lo svolgimento dell’attività;
– previsione di specifici obblighi di identificazione del cliente e di descrizione, anche mediante – documentazione fotografica, dell’oggetto prezioso scambiato;
– piena tracciabilità delle operazioni di acquisto e vendita dell’oro. I compro oro sono obbligati a dotarsi di un conto corrente dedicato alle transazioni finanziarie eseguite in occasione di tali operazioni;
– previsione di apposite sanzioni, con particolare riferimento all’esercizio abusivo dell’attività (ad esempio in caso di mancata iscrizione nel suddetto registro).

Il Decreto entrerà in vigore il prossimo 5 luglio 2017.

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