Se l’esasperazione delle Imprese edili che non riescono ad ottenere i pagamenti dei lavori eseguiti per conto degli Enti pubblici appaltanti sta superando i limiti di guardia ed ora ci troviamo difronte ad un’altra emorragia: da gennaio si è moltiplicato il ricorso ai solleciti e ai decreti ingiuntivi ai privati, anche agli amministratori condominiali. 

Sono sempre più le imprese del settore edile costrette a rivolgersi all’azione legale per ottenere il pagamento delle fatture. E spesso non è detto che ci riescano. Complice una stretta di mano che non sempre porta ad un contratto scritto per definire un accordo; è sempre più dura essere pagati. L’aumento della morosità è dovuta anche all’aumento dei furbi che sfruttano la crisi per non pagare, dilazionarmento è la nuova parola d'ordine  facerndo soffrire le imprese con estenuanti trattative e richieste, imprese che intanto hanno eseguito i lavori e hanno già pagato i materiali. Le nostre imprese hanno grossi problemi ad incassare il dovuto, e  per 2-3 mila euro di lavoro spesso non conviene nemmeno rivolgersi all’avvocato per ottenere quei soldi magari 2-3 anni dopo. Si rischia davvero, se non dovessero cambiare le cose, di mandare a casa tutti, e  chiudere le imprese. La mancanza di lavoro e l’atteggiamento dei furbi tengono in scacco matto l’occupazione e allungano la fase di sofferenza delle imprese. Il privato deve rispettare i patti, non si possono aprire contenziosi per ogni cosa. Purtroppo non possiamo non constatare che, in questo momento, i mancati pagamenti rappresentano il principale ostacolo alla stessa sopravvivenza delle piccole imprese edili tarantine. Il tessuto locale è formato da tantissime piccole imprese, con 2 massimo 5 addetti; si tratta di imprese che camminano sul filo del rasoio. Anche una piccola commessa non pagata, oggi, può significarne la chiusura.

L’altro nostro bersaglio sono nuovamente gli amministratori dei condomini, già “segnalati” negli scorsi mesi ed inseriti tra i cattivi pagatori. Molti di loro  giocano a nascondino con le imprese ed hanno trasformato il contratto in un boomerang per le imprese. Non ci tutela nemmeno più la carta. Trovano scuse su scuse per rimandare pagamenti o per farsi abbassare il prezzo segno che non  è riconosciuta nemmeno la dignità di impresa e, prima di tutto di lavoratori. E’ loro preciso dovere raccogliere i soldi prima di affidare il lavoro, ma non è proprio così. Anche loro stanno sfruttando la crisi ma intanto le imprese affondano lentamente, e con loro, i posti di lavoro.

E’ scandaloso che a fronte di una consolidata abitudine nei ritardi di pamento con la Pubblica Amministrazione e pure coi privati poi  si chiede la regolartità contributiva delle imprese. Ma se le nostre imprese non vengono pagate con puntualità, come pretendono che le stesse paghino sempre  con puntuaslità l’INPS, l’Inail e la Cassa Edile. I contributi si pagano obbligatoriamente ogni 16 del mese, qualsiasi importo essi siano, e se non sei regolare ti sbattono nella banca dati delle irregolarità, cioè non ti danno il DURC. E quindi non avrai nemmeno più i soldi che avanzi perchè sei inadempiente, per causa di chi non ti paga!!!Assurdo!