Come Confartigianato esprimiamo forti preoccupazioni sulla nuova riformulazione del Decreto Legislativo che recepisce la Direttiva in tema di promozione dell'uso di energia da fonti rinnovabili.

Avevamo apprezzato le linee strategiche dello schema di decreto, ma oggi la nuova bozza non recepisce completamente i pareri delle Commissioni parlamentari e le nuove disposizioni rischiano di bloccare lo sviluppo delle rinnovabili, causando conseguenze negative in termini economici ed occupazionali per le imprese e pregiudicando il raggiungimento dell'obiettivo europeo del 20-20-20.

Lo stop agli incentivi al fotovoltaico, una volta raggiunto il tetto di potenza incentivabile di 8.000 MW, che praticamente sarebbe stato già raggiunto, bloccherebbe l'attività delle nostre imprese che hanno già investito in questo settore. Inoltre non verrebbe risolto il problema della copertura dei costi per l'incentivazione di tutte le fonti rinnovabili. Il finanziamento, infatti, continuerà a gravare sulle bollette elettriche e del gas, generando forme di prelievo fiscale inique e poco trasparenti che contribuiscono ad innalzare il prezzo dell'energia, già tra i più cari a livello europeo.

Per Confartigianato è indispensabile contenere le distorsioni generate dal prelievo tariffario, individuando il giusto equilibrio tra l'esigenza di sostenere il settore delle rinnovabili e la necessità di limitare l'impatto dei sussidi sui consumatori finali di energia.

Anzichè bloccare in forma generalizzata gli incentivi, bisogna razionalizzarli, destinandoli alle fonti rinnovabili che contribuiscono effettivamente a raggiungere gli obiettivi europei e ponendoli a carico della fiscalità generale come ogni altra forma di incentivo allo sviluppo produttivo.

Confartigianato esprime perplessità anche sulle norme relative alla qualificazione degli operatori che operano nel settore delle rinnovabili. E' necessario garantire professionalità e competenza ma con modalità semplici e coerenti con le caratteristiche delle imprese che operano in questo settore e senza provocare un ulteriore aggravio economico per le imprese. La formazione non deve diventare fonte di speculazione per alcuni soggetti ma elemento qualificante delle imprese che lavorano in regime di correttezza, sicurezza e professionalità.

La situazione diventerebbe allarmante anche per le tante imprese del tarantino che hanno effettuato investimenti nel settore. La richiesta crollerà e saranno costrette a licenziare i collaboratori. In questi giorni si terrà in Confartigianato Taranto una riunione degli imprenditori del settore per approfondire la situazione ed adottare tutte le iniziative utili ed idonee a tutelare lo sviluppo delle imprese interessate.