Quando le iniziative di aggregazione e di unione provengono direttamente dal basso, dalla base, non possiamo che esserne orgogliosi. I cittadini devono sentirsi orgogliosi. Vuol dire che si sta iniziando ad uscire dal torpore nel quale Taranto ed i tarantini si sono adagiati da diverso tempo consentendo a qualcuno di decidere, fare e disfare senza confronto alcuno sul territorio.
Confartigianato plaude alla iniziativa del neo costituito Comitato spontaneo di cittadini ed operatori del Borgo, che è sceso autononomamente in strada disposto a difendere con i denti e le unghie i propri spazi e le proprie attività da scelte che non tengono assolutamente conto delle esigenze di chi poi ci vive ed opera in quella zona.
Assistiamo purtroppo ai soliti corsi e ricorsi storici che hanno affossato inesorabilmente il vero propulsore economico ed occupazionale della nostra città, quello della piccola impresa costantemente osteggiata ed ombreggiata da palesi contraddizioni, tutte tarantine.
Il Borgo, silentemente, ha subito negli anni un vero e proprio scippo di identità, sia a livello urbanistico che commerciale, che questa pesantissima crisi economica sta solo mostrando, acuendolo, il suo inesorabile volto peggiore.
E' fin troppo evidente che la situazione creatasi è frutto delle scelte fatte dalle amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi ventanni.
E' altrettanto chiaro e noto che alcune di quelle scelte sono state spesso sollecitate, altre invece tollerate, da gran parte degli organismi preposti, ad ogni livello, alla tutela degli interessi dell'economia territoriale.
Il risultato è quello che appare inesorabimente agli occhi di chiunque, facendo una passeggiata in centro, constata un latente senso di abbandano, di disorganizzazione, di arrangiamento e soprattutto di povertà sociale ed economica. Strade una volta simbolo di vivacità economica, commerciale, artigianale ora sono simbolo di fatiscenza ed abbandono. E stiamo parlando di Via Mazzini, Via Oberdan, Via Principe Amedeo, Via Dante, Via Nitti, Via D.D.Abruzzi, solo per citarne alcune. Un tessuto economico sgretolato.
Nel borgo sono stati censiti circa 2.500 immobili abitativi assolutamente vuoti, per molti dei quali non si concepisce nemmeno l'idea dell'investimento di recupero perchè non si troverebbe poi la richiesta occupativa. Allora perchè si autorizzano nuove costruzioni per oltre 6.600 abitazioni nelle periferie? E perchè rispunta puntualmente a galla il progetto ex Sircom la cui fattibilità appare sempre più concreta, combinazione, nello stesso contesto dove sorgeranno il nuovo ospedale ed il palazzo della Regione, tutto in area Auchan?? Sarà la definitiva mazzata per il Borgo, da tutti i punti di vista, dalla quale non se potrà più uscire.
Allora cosa è successo, perchè ci ritroviamo in questa situazione. Quali le cause, quali i responsabili. Chi ha consentito tutto ciò, e soprattutto quali i rimedi per non perseverare negli errori.


Il tradimento il Borgo lo ha subito quando politici e sindacati sbandierarono l'aperutura dell'Ipermercato praticamente all'ingresso della città come occasione di sviluppo e crescita per tutti, Borgo compreso. Basta dare una occhiata alle rassegne stampa dell'epoca. Invece si trattava di una vera e propria bufala, propinata come un finto beneficio per tutti ma rilevatosi,un attimo dopo, opportunità e affari per i soliti pochi noti. Non contenti si è concesso il raddoppio dell'altro Ipermercato e di conseguenza ci ritroveremo a breve quello dell'Auchan. Allo stesso modo si è permesso lo spasmodico sviluppo dell'urbanistica residenziale verso la periferia, Talsano , Lama, l'espansione di Paolo VI, con l'apertura di diverse strutture commerciali di media (per dire) grandezza, anche in pieno centro.
Taranto ed i tarantini non hanno saputo tutelare i propri interessi economici, quelli della piccola impresa, quella degli operatori di vicinato. E col senno del poi è meglio dire che NON SI E' VOLUTO. Bari, Brindisi, Lecce hanno nel proprio borgo, tantissimi negozietti e botteghe artigianali e commerciali VIVI, commercialmente attivi. Eppure gli ipermercati e le piastre commerciali esistono anche li, ma non nella città! Ed allora a Taranto cosa non ha funzionato?
I mali del nostro borgo sono noti da anni ma non si è fatto nulla. La situazione addirittura peggiora, i parcheggi sono ancora più ridotti per l'effetto di "lavori" dalla durata decennale e si chiude la circolazione stradale in alcuni punti per perdere altri parcheggi, mentre permane la mancanza di attrattiva commerciale delle strade, la scarsa illuminazione, una sicurezza difficile da mantenere nonostante gli sforzi degli organismi preposti.
Nel costituito Comitato ci sono imprenditori e professionisti che ci mettono personalmente la faccia, purtroppo in perfetta solitudine da anni, per gridare le storture, le difficoltà, le assurdità in cui versava e versa l'economia di quella zona della città che tanti illustri personaggi hanno sempre vantato etichettare come il "Biglietto da visita della città" per poi agire in direzione completamente opposta. Agli imprenditori e professionisti del Comitato va l'assoluta fattiva solidarietà da parte di Confartigianato, che ne condivide spirito ed azione e che mette a loro disposizione ogni possibile gratuita collaborazione dal punto tecnico e logistico.
Ora basta. Ma basta davvero. Come si vede i cittadini sono assolutamente sfiduciati e sanno organizzarsi e protestare autonomamente delusi da TUTTO e da TUTTI.
Non serve stare tutti i giorni sulla stampa quando poi non si è riusciti a tradurre in fatti concreti le istanze e la disperazione di operatori economici e cittadini stanchi di vedersi sempre calate dall'alto decisioni che riguardano ed incidono profondamente sulla propria vita e sulla propria attività.
Confartigianato, non disponendo di grandi risorse ne avendo fruito di particolari benefici, già da tempo ha inteso trattare le richieste provenienti dalla base con la massima umiltà e dedizione; ha messo a disposizione della cittadinanza un vero e proprio Laboratorio del Fare, denominato Agorà, dove imprenditori, professionisti e cittadini si incontrano liberamente per esternare e condividere idee, problemi e soluzioni, rapportandosi poi direttamente con i rappresentanti politici a vario livello, che hanno scelto di confrontarsi alla pari con la cittadinanza. Non ci sono bandiere precostituite, non ci sono prime donne, non ci sono strumentalizzazioni, ma solo voglia di partecipare allo sviluppo e rinascita di questa martoriata città. Basta comunicare a Confartigianato la propria email per partecipare liberamente a tutti gli incontri tematici. Uniti ci riusciamo.
Il Segretario Provinciale
Fabio Paolillo