L'opinione

Ogni asiatico spedisce a casa 2mila euro al mese (in nero)

A Prato i cinesi fanno un miliardo di euro di nero all'anno. Non è un invenzione. In Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla Contraffazione l'esponente di un importante associazione di categoria a proposito delle imprese gestite dai cinesi: «Un giro d'affari di due miliardi di euro, per la metà presumibilmente sommerso».

É evidente come la contraffazione crea disoccupazione, annienta l'economia sana, fa svanire ingenti capitali e non versa quattrini nelle bisognose casse dello Stato. I dati relativi al fenomeno della contraffazione sono severi: per il Ministero dello Sviluppo Economico il mercato del falso sottrae ogni anno all'economia sette miliardi di euro e crea 110mila disoccupati all'anno. Vale a dire circa trecento al giorno. Perché il reato, anzi i reati, legati alla contraffazione non vengono perseguiti proporzionalmente al danno che creano all'economia? Due le risposte. Innanzitutto per anni la contraffazione è stata considerata da molte Procure un «reato minore». Anzi, si sentiva dire: «Se vendono borsette false, non spacciano droga».

Così in pochissimo tempo la piaga si è trasformata in bubbone. Il secondo motivo per cui la contraffazione non viene giustamente considerata è culturale: sono ancora in tanti che s'immaginano che la contraffazione sia unicamente la borsetta e la cintura venduta dal magrebino in spiaggia o lungo i marciapiedi. La domanda che in pochi sono posti è cosa tali commerci nascondono. Se è passato il messaggio, giusto o sbagliato che sia, che «la pelliccia gronda di sangue», non è ancora chiaro che dietro alla merce venduta dal magrebino in strada vi è la criminalità organizzata. Ed è semplice rendersene conto: un gran numero di venditori abusivi fanno vetrina sul tappetino mostrando la stessa merce. Stessa borsetta, stessa cintura, stesso capellino e stessi occhiali. Già questo avrebbe dovuto far scattare un qualche campanello d'allarme.

Gli investigatori dell'antimafia recentemente hanno spiegato come in moltissimi casi il cosiddetto «pizzo» sia stato sostituito dalla decisione da parte della criminalità di imporre ai negozianti la vendita di prodotti contraffatti. Fino ad ora il fenomeno della contraffazione è stato sottovalutato: non si è ben capito che si tratta di casi isolati, ma vi sono interi distretti industriali che si dedicano alla produzione, distribuzione e commercializzazione di tali beni. Senza dimenticare il sistema di pagamento al nero di tale gigantesca quantità di merce. É sufficiente sfogliare le carte dei sequestri effettuati all'interno di alcune agenzie di money transfer. Al titolare di un importante rete d'agenzie sono stati contestati «trasferimenti illecitamente riciclati in Cina» per un valore di 5,4 miliardi. É impressionante il numero di queste agenzie. Il gruppo Banca Intesa conta sul territorio 5.900 filiali, contro i 39mila sportelli di agenzie e sub agenzie di money transfer che trasferiscono 7,5 miliardi di euro all'anno. Le famose rimesse. D'accordo, sono i quattrini chi lavora invia al parente rimasto in Cina, però se andiamo ad analizzare i dati riscontriamo delle anomalie. In media ogni cinese trasferisce mille euro al mese. Un indiano 141. Se consideriamo la famiglia media composta da tre persone, di cui due adulte, significa che i cinesi spediscono in Cina duemila euro al mese. Ma quel'è la famiglia che si può permettere di sottrarre al proprio reddito duemila euro al mese? Forse tali trasferimenti nascono altro?

Antonio Selvatici - Lun, 15/04/2013 - 07:37
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PER L’IMU LE IMPRESE CONSIDERATE COME BANCOMAT

Non c'è nessun dubbio che la famigerata spending review costringa gli enti locali a veri e propri salti mortali per far quadrare i conti, ma è altrettanto fuor di dubbio che, in quest'ambito, la vicenda Imu, il cui saldo andrà a scadenza lunedì prossimo, rappresenti l'ennesima occasione mancata per guardare oltre alle immediate necessità di cassa. Almeno per ciò che riguarda l'applicazione di questa imposta sulle attività produttive.
L'Organo Direttivo di Confartigianato deve purtroppo constatare che alle categorie produttive l'Amministrazione Comunale di Taranto ha prestato ben poca attenzione. Lo dimostrano le modalità applicative dell'imposta.

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PER LA DIFESA DEL BORGO CITTADINO BEN VENGA LA MOBILITAZIONE DI CITTADINI ED IMPRENDITORI

Quando le iniziative di aggregazione e di unione provengono direttamente dal basso, dalla base, non possiamo che esserne orgogliosi. I cittadini devono sentirsi orgogliosi. Vuol dire che si sta iniziando ad uscire dal torpore nel quale Taranto ed i tarantini si sono adagiati da diverso tempo consentendo a qualcuno di decidere, fare e disfare senza confronto alcuno sul territorio.
Confartigianato plaude alla iniziativa del neo costituito Comitato spontaneo di cittadini ed operatori del Borgo, che è sceso autononomamente in strada disposto a difendere con i denti e le unghie i propri spazi e le proprie attività da scelte che non tengono assolutamente conto delle esigenze di chi poi ci vive ed opera in quella zona.
Assistiamo purtroppo ai soliti corsi e ricorsi storici che hanno affossato inesorabilmente il vero propulsore economico ed occupazionale della nostra città, quello della piccola impresa costantemente osteggiata ed ombreggiata da palesi contraddizioni, tutte tarantine.
Il Borgo, silentemente, ha subito negli anni un vero e proprio scippo di identità, sia a livello urbanistico che commerciale, che questa pesantissima crisi economica sta solo mostrando, acuendolo, il suo inesorabile volto peggiore.
E' fin troppo evidente che la situazione creatasi è frutto delle scelte fatte dalle amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi ventanni.

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Bocciata la riforma Fornero dal 65% delle piccole imprese

SONO i numeri che parlano. E nessuno dice che la riforma Fornero abbia migliorato il mercato del lavoro. Illustrano il contrario: è cresciuta la disoccupazione (era al 10,6 % nel luglio del 2012, mese di entrata in vigore della legge, è ora all'11,7 % con un aumento più che doppio rispetto alla zona euro), si è ridotta l'occupazione (c'erano 23 milioni di occupati, ce ne sono 22,7, vuol dire 1.641 occupati in meno al giorno, un calo dell'1,3%, il peggior risultato degli ultimi nove anni), la precarietà è rimasta quel che era ma sempre più non c'è nemmeno il contratto atipico per sfuggire dalla disoccupazione. Trimestre dopo trimestre, gli obiettivi sembrano tutti lontani a parte qualche segnale di inversione di tendenza sul lavoro intermittente o a chiamata (job on call) e sui contratti per le partite iva.

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GIUGNO 2012: LA LETTERA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE..........

Caro contribuente ti scrivo… “Il motivo non è proprio chiarissimo – commenta Confartigianato Taranto. La comunicazione dell’Agenzia delle Entrate che migliaia di contribuenti stanno ricevendo in questi giorni non chiede nulla di specifico. Quindi nessun atto amministrativo, nessun documento o almeno non ancora. Saremmo di fronte solo ad una “amichevole” segnalazione del tipo “dalle informazioni presenti negli archivi dell'anagrafe tributaria abbiamo rilevato una serie di spese sostenute nell’anno che mostrano uno scostamento con il reddito dichiarato …”.
Le comunicazioni, a detta dell'Agenzia stessa, hanno una finalità “esclusivamente” informativa, e di conseguenza non si rende obbligatorio, da parte di chi le riceve, attivarsi per rispondere.
Tuttavia, qualora fossero riscontrate delle anomalie nelle varie “spese significative” sostenute nell'anno 2010 (perché errori ci possono essere), il contribuente può segnalarle all'indirizzo mail
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
” .
Può comunque rivelarsi opportuna, in previsione di eventuali ed ufficiali richieste da parte della Amministrazione Finanziaria, la raccolta della documentazione giustificativa delle spese oggetto della segnalazione.
“In un periodo quale quello attuale – osserva Confartigianato -  caratterizzato da difficoltà di ordine economico e finanziario, da incertezze legate alle prospettive, dai numerosi oneri ed adempimenti di natura tributaria ed amministrativa, quello di cui non si avvertiva il bisogno proprio adesso è una lettera come questa, capace di creare dubbi e domande. Gli uffici Confartigianato, anche in considerazione dell’approssimarsi della scadenza della denuncia dei redditi, sono a disposizione per ogni chiarimento utile.
19 giugno 2012

Equitalia - Pretendiamo una riscossione orientata alla sopravvivenza delle imprese

La riscossione coattiva dei tributi rappresenta un momento fondamentale per ogni Stato civile. Da essa dipende la credibilità dell’Amministrazione finanziaria, dello Stato nella lotta all’evasione fiscale come anche dipende la possibilità per le imprese di continuare ad esercitare l’importante funzione sociale della produzione di ricchezza. Serve, quindi, una immediata riforma che oltre ad condurre all’eliminazione delle ganasce fiscali, riduca il ritmo di crescita del debito, non chieda anticipi ai contribuenti che fanno ricorso e, inoltre,  consenta di arrivare a determinare un piano di rateizzazione sostenibile.

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