L'economia del nostro territorio è a forte rischio ed è nostro preciso dovere raccogliere e rappresentare alle lstituzioni locali le reazioni preoccupanti del mondo delle piccole imprese e degli artigiani che iniziano a manifestare segnali di profonda insofferenza anche alla luce dell'inattività e della mancanza di efficaci contro-offensive alla crisi che ha colpito, più duramente che altrove, l'economia ionica.
Confartigianato lmprese Taranto intende ancora una volta farsi portavoce dei malumori e soprattutto delle aspettative della piccola e media impresa presente sul territorio.
Le timide iniziative, le strategie ed i tavoli sinora convocati, oltre ad essere inspiegabilmente composti da una rappresentanza assolutamente parziale del tessuto economico provinciale, non sembrano essere stati in grado di trovare la quadra risolutiva ai problemi e non è venuta ancora fuori, in maniera evidente, una volontà politica univoca di aiutare le imprese.
Tutti i settori sono in tensione, dal commercio all'artigianato all'industria, i dati e le testimonianze confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, le enormi criticità della nostra economia, le difficoltà delle imprese e l'inadeguata risposta del territorio che ci stanno portando potando ad un ko tecnico.
Confartigianato punta l'attenzione, più che sulle difficoltà che sono note, tante e purtroppo diffuse, sulla "mancanza di strategie per il futuro"; su una politica ed una pubblica amministrazione che non parlano la stessa lingua, non dialogano, che esprimono puntualmente pareri contrastanti e contrapposti, ed è questa l'anomalia più preoccupante.
Se analizziamo poi il contesto economico locale da un punto di vista generico, non possiamo che restare sbalorditi dal verificarsi di situazioni, diciamo, anomale.
Solo a titolo esemplificativo, abbiamo partecipate e municipalizzate gravemente indebitate, in forte perdita e addirittura in alcuni casi dirette verso il fallimento, trascinandosi dietro diverse aziende che hanno svolto regolarmente il proprio lavoro, senza dimenticare la tragedia dei grandi ritardi dei pagamenti da parte delle varie amministrazioni locali e della ASL.
Sono ormai diversi anni che sentiamo parlare di Porto, Distripark, Eni, San Raffaele, di infrastrutture varie che vengono ripetutamente annunciate ma delle quali non solo non si vede mettere ancora la prima pietra, ma che sicuramente non chiameranno come protagoniste esecutrici le imprese locali alle quali resteranno forse soltanto pochi granelli.
ll territorio, invece, sembra poter indicare anche idee nuove, nuove fonti di sviluppo,magari burocraticamente più semplici da attuare, che vedrebbero in primo piano la piccola impresa che già in molte parti del paese ltalia è micidiale leva di occupazione nuova e di riconversione, ipotesi da non sottovalutare considerata la fuga dei giovani e la grande disoccupazione.
Di fronte a questo quadro che nessuno sembra voler dipingere, quali sono le strategie future?
ln tempo di crisi ogni intervento serve a puntellare la traballante economia locale.
Regione Puglia, Comuni, Provincia, Camera di Commercio devono sostenere lo stato di emergenza, ma non con attenzioni o provvedimenti temporanei. Servono scelte, decisioni coraggiose, collegialità e voglia di fare, perché il futuro occupazionale di questa provincia è in forte peggioramento e le imprese non sono qualcosa di avulso dal resto della popolazione, anzi diremmo proprio che, visti i tempi, sono gli elettori più attenti della popolazione.
Le piccole imprese, che sinora hanno stretto i denti in silenzio resistendo in ogni modo per non gettare la spugna, soffrendo la crisi giornalmente, sono ormai esasperate e costrette a mandare a casa gli operai, il patrimonio più importante, dirottando nel sommerso centinaia di professionalità.
Oggi aleggia il terrore di non sopravvivere ad un altro anno di stenti.
Non abbiamo mai chiesto risorse, né aiuti, vogliamo solo stimolare la nostra società ad ogni livello ad uscire da questo torpore e sederci tutti insieme ad un tavolo per un compito ancora fattibile e che il territorio merita: moltiplicare gli sforzi per ricercare misure e strumenti che a livello locale possono dare risposte significative al territorio ed alle sue imprese.
Troviamo assurdo, in un momento come quello che stiamo vivendo, continuare su questa direzione. C'è bisogno di invertire la rotta e tornare a guardare al territorio, pena la perdita, entro la fine dell'anno, di altre centinaia di posti di lavoro nella nostra provincia.
ll nostro messaggio è chiaro e crediamo non demagogico: le nostre imprese vogliono continuare ad avere fiducia nelle lstituzioni ma chiedono una scossa, un colpo di reni per la nostra economia. Diamoci da fare tutti insieme, ognuno con i propri ruoli e responsabilità, basta con i buoni propositi ai quali non succede mai nulla.