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Pubblicato: Giovedì, 31 Gennaio 2013 12:43
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Diciamo alla politica, con compostezza e realismo, che "così non si può andare avanti".
Dobbiamo avere la forza ed il coraggio di affrontare con determinazione i tanti problemi ai quali il Governo che verrà dovrà porre rimedio: da subito e senza esitazioni.
Partendo dal credito. Perché dall'inizio della crisi economica nel 2012 si è registrato per la prima volta un irrigidimento delle condizioni di credito anche sul lato della quantità. Il Rapporto 2012 sull'accesso al credito delle piccole e medie imprese dell'Istat, inoltre, fa sapere che tra il 2012 e il 2014, il 53,3% delle imprese prevede di reperire risorse finanziarie attraverso canali differenti dalle banche, il 47,8% dichiara che lo reperirà in generale mediante il credito, l'1,7% riferisce che utilizzerà capitale di rischio, mentre il 7,9% si avvarrà di altre modalità. La maggior parte delle piccole e medie imprese ritiene che la propria capacità di crescita sarà minacciata dalla prospettiva economica generale (77,4%), mentre rimangono punti delicati il costo del lavoro (55%) e la presenza di margini esigui (51%). Ma il credito si sposa alla Riforma del lavoro che deve essere riformata. Si deve rilanciare l'occupazione, rivedere la flessibilità in entrata, focalizzarsi sull'apprendistato e - impossibile dimenticarlo - intervenire sul cuneo fiscale.
Sotto i riflettori il futuro dei giovani, il mercato del lavoro, la tassazione locale: Irap e Imu, soprattutto, ma anche Iva e Tares. Cerchiamo di congelare l'aliquota al 21%. In caso contrario, dove vogliamo andare? L'Irap è anticostituzionale e incide per il 4,2% sull'impresa - eliminiamola dal costo della manodopera - e l'Imu è una patrimoniale mascherata. Per quanto riguarda la Tares, proponiamo di pagare una tassa commisurata a ciò che smaltiamo effettivamente.
Certo, la burocrazia non è da meno. I 120 adempimenti all'anno ai quali devono far fronte le imprese: uno ogni tre giorni. Si spendono 11 miliardi all'anno per la burocrazia, le banche dati di ministeri, enti, istituzioni non dialogo fra loro, i bandi sono complicatissimi e sottoposti a libera interpretazione: così non va!
Il lavoro. Insieme ai giovani, noi piccoli imprenditori siamo la vera ricchezza del Paese.
Infine, un invito alla politica: Apriamo le nostre associazioni e le nostre imprese ai politici: vedere come lavorano i piccoli imprenditori e rendersi conto di ciò che fanno per questo Paese potrebbe aiutarli a capire costa sta accadendo.
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Pubblicato: Venerdì, 04 Maggio 2012 21:53
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Se vogliono il nostro sostegno dovranno sostenerci. I candidati a sindaco del Comune di Taranto dovranno confrontarsi con la piccola impresa ionica sui temi dell’economia locale. Dovranno illustrarci con la massima chiarezza gli impegni che la nuova Amministrazione comunale prenderà per uscire dall’impasse dell’economia. Dovranno spiegarci come intendono procedere su temi importantissimi come tariffe e tributi (Tarsu e Imu in primo piano), semplificazione, infrastrutture, sostegno alle aziende e lotta alla concorrenza sleale.
Vogliamo capire se c’è, e da parte di quali candidati al ballottaggio, un reale e concreto interesse a sostenere la ripresa dell’artigianato, del commercio e della piccola e media impresa, settori fondamentali per la tenuta del territorio.
Per Confartigianato la casa comunale dove essere la casa di tutti i tarantini: imprenditori, operai, lavoratori autonomi o dipendenti, pensionati e quanti altri vivono il comune. La nuova amministrazione deve essere ancora più trasparente e aperta al dialogo e per questo suggeriamo al futuro sindaco di fare proprio lo slogan ‘Ciò che va bene alla piccola impresa, va bene al territorio.
Nelle prossime ore onsegneremo ai due candidati un documento, redatto da Confartigianato, che vuole essere un contributo alle scelte strategiche e programmatiche che essi dovranno assumere nei prossimi anni per favorire la competitività del sistema economico territoriale.
Nell’incredibile caos politico che ci sta permeando ecco un’occasione per gli imprenditori per farsi un’idea più chiara su chi votare.
8 maggio 2012